Over 10 years we help companies reach their financial and branding goals. Maxbizz is a values-driven consulting agency dedicated.

Gallery

Contact

+1-800-456-478-23

411 University St, Seattle

maxbizz@mail.com

Premessa

Contrariamente a quanto accade per le aperture di credito in conto corrente, gli affidamenti e i relativi oneri connessi, dove la giurisprudenza è tutt’oggi incerta ed ondivaga, per ciò che concerne i finanziamenti a rimborso rateale vi sono oramai dei punti fermi ribaditi nel tempo anche da sentenze della Suprema Corte. 

In questa categoria rientrano diverse tipologie di prestiti destinati sia alle famiglie che alle imprese. Quali sono quelle a cui risulta ricorrere la maggior parte degli italiani? Di seguito un breve elenco delle tipologie di prestiti maggiormente utilizzate e dei relativi usi a cui per legge sono destinati. 

  • Mutuo fondiario: esso viene concesso per l’acquisto o la ristrutturazione di un immobile, sul quale l’istituto bancario procede ad iscrizione di ipoteca;
  • Mutuo ipotecario: similarmente a quello fondiario, esso viene utilizzato per l’acquisto o la ristrutturazione di un immobile o per altre esigenze. Anche in questo caso viene iscritta garanzia ipotecaria da parte della banca che ne autorizza l’erogazione;    
  • Finanziamento finalizzato: esso viene erogato per l’acquisto di un bene specifico (es. autovettura);
  • Finanziamento al consumo: a differenza delle precedenti tipologie di mutuo, esso viene accordato senza la previsione di uno specifico utilizzo, quindi senza alcun vincolo sull’impiego delle somme prestate;
  • Cessione del quinto: esso viene concesso a lavoratori dipendenti o pensionati, i quali – a fronte del prestito ricevuto – si vedranno addebitata la rata direttamente in busta paga. Va precisato che l’importo massimo mensile addebitabile non può essere superiore al 20% della stessa.
  • Leasing finanziario.

 

Anatocismo  

Il dibattito sulla presenza di interessi anatocistici si è concentrato maggiormente sull’ipotesi del piano di ammortamento c.d. “alla francese”.  Di che si tratta? Questa tipologia di rimborso è caratterizzata da una rata costante, composta da una quota interessi e da una quota capitale, la cui composizione varia nel tempo: le prime rate saranno prevalentemente formate da interessi che man mano diminuiranno lasciando spazio al capitale.

L’ammortamento alla francese, che spesso viene contrapposto a quello “all’italiana” (quota capitale costante e quota interesse variabile), risulta essere indubbiamente più oneroso. Difatti, alla fine del piano di rimborso il cliente sarà tenuto a corrispondere più interessi rispetto ad un piano di ammortamento all’italiana.

Effettivamente nella formula di calcolo della rata del piano di ammortamento alla francese si annida una capitalizzazione composta dell’interesse che – dal punto di vista strettamente matematico – rileva la presenza di anatocismo. Tuttavia, sia parte della dottrina che la più recente giurisprudenza hanno sempre disconosciuto la possibile applicazione di interessi anatocistici all’interno di un rimborso rateale alla francese.

 

Usura

In tema di usura occorre necessariamente fare riferimento alla sentenza della Cassazione Sezioni Unite num. 24675 del 19 ottobre 2017, con cui la Corte ha stabilito che la verifica dell’usura per i finanziamenti a rimborso rateale va strettamente limitata al momento pattizio (c.d. usura sopravvenuta), ovvero all’atto della sottoscrizione del contratto di prestito. In tal modo si rende di fatto impossibile un’analisi ex post sull’effettivo addebito di interessi usurai presenti nelle rate (c.d. usura sopravvenuta). 

Le obiezioni e le problematiche connesse a questa disposizione si riferiscono alla presenza di oneri eventuali quali gli interessi moratori e la commissione di estinzione anticipata, che al momento della sottoscrizione del contratto non possono essere quantificati nel calcolo del TEG. Quest’ultimo rappresenta il parametro di riferimento al di sopra del quale il tasso di interesse è considerato usurario.

Alcuni illustri Tribunali (come quello di Torino, di Milano e di Udine) hanno suggerito dei metodi di calcolo per ricomprendere tali oneri eventuali nel calcolo dell’interesse pattuito in sede di sottoscrizione del contratto.

 

Altri vizi contrattuali

Ci sono infine altre fattispecie di vizi che possono inficiare il contratto di mutuo. Esse sono:

  • L’indeterminatezza delle condizioni, che si verifica quando dalla lettura di un contratto di finanziamento possono scaturire piani di ammortamento diversi per la mancata specifica tutte le condizioni contrattuali;
  • La trasparenza delle condizioni, che si verifica quando viene indicato un costo complessivo dell’operazione di finanziamento che differisce da quello effettivamente a carico del mutuatario per effetto di oneri imputabili alla concessione del credito.

La presenza di interessi anatocistici, usurai o di altri vizi nei contratti di finanziamento potrebbe – a seconda dei casi – rendere nulla la clausola degli interessi, con la conseguenza che il finanziamento diventerebbe gratuito, oppure prevedere il ricalcolo degli stessi.

Un occhio al contratto di mutuo

Come riconoscere i casi in cui un contratto di finanziamento prevede interessi superiori al limite legale? I parametri da prendere in considerazione e il relativo calcolo da effettuare sono materie prettamente specialistiche. Per questo, lo Studio CFLC mette a disposizione dei propri clienti un servizio di consulenza per contrastare l’anatocismo e l’usura bancaria e recuperare le somme versate indebitamente all’istituto bancario.

Il primo passo per verificare se sono stati applicati interessi a tassi sproporzionati è recarti presso la nostra sede in Via Salaria 292 col tuo contratto di finanziamento. Al resto ci pensiamo noi! Se sei interessato a questo tipo di servizio puoi anche richiedere un preventivo gratuito e senza impegno compilando il form.


Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *