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Le imprese nel mirino del Decreto Rilancio, che predispone una serie di misure di sostegno all’economia, e lo fa anche prevedendo un credito d’imposta 2020 da destinare alle PMI italiane

Andiamo con ordine: innanzitutto, in cosa il Credito d’Imposta 2020? In genere, si tratta di un’agevolazione in piena regola e riguarda qualsiasi credito di tipo fiscale che il contribuente, cittadino o azienda, vanta verso l’Erario dello Stato o altro ente pubblico, come amministrazioni locali e istituti governativi.

 

Decreto Rilancio e PMI: Credito d’Imposta per l’aumento del capitale

 

Nel D.L. Rilancio il Credito d’Imposta è legato al rafforzamento del patrimonio delle imprese e mira, appunto, a favorire l’aumento del capitale delle attività imprenditoriali italiane più colpite dal Covid-19.

Cosa prevede l’art. 26 del D.L. 34/2020? Si tratta di sgravi fiscali riconosciuti ai soci che conferiscono aumenti di capitali nei confronti di Società per Azioni, Società in Accomandita Semplice, Società a Responsabilità Limitata, anche semplificata e Società Cooperative.

È condizione fondamentale che le PMI che vogliono ottenere l’agevolazione abbiano sede legale in Italia e siano regolarmente iscritte nel Registro delle Imprese.

 

Credito d’imposta 2020: i beneficiari

 

I beneficiari rientrano in due categorie: da un lato, il socio conferente, persona fisica o giuridica, che apporta nuovo capitale all’impresa; dall’altro, l’impresa che riceve l’aumento di capitale.

Dal punto di vista operativo, come funziona il conferimento di capitali? Esso può essere effettuato sia da persone fisiche che giuridiche. Il Credito d’Imposta che verrà riconosciuto al socio – una volta avvenuto il conferimento economico – corrisponderà, rispettivamente, alla detraibilità e alla deducibilità del 20% della somma investita nel capitale sociale di una o più aziende. Allo stesso tempo, la società a cui è destinato l’apporto di capitale potrà usufruire, a sua volta, di un credito d’imposta.

NB: L’investimento massimo consentito non può superare i 2 milioni di euro complessivi.

 

I requisiti per fruire del beneficio fiscale

 

Una delle domande più gettonate riguarda le imprese che possono beneficiare dell’agevolazione. La legge richiede la sussistenza delle seguenti condizioni:

  • L’aver registrato un totale di ricavi nell’anno 2019 tra i 5 e i 50 milioni di euro;
  • L’aver subito nei mesi di marzo e aprile 2020, a causa del Covid-19, una riduzione complessiva dell’ammontare dei ricavi non inferiore al 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente;
  • L’aver deliberato ed eseguito – dopo l’entrata in vigore del D.L. ed entro il 31 dicembre 2020 – un aumento di capitale a pagamento e integralmente versato;
  • L’essere in situazione di regolarità contributiva, fiscale e in materia di normativa edilizia e urbanistica del lavoro, prevenzione degli infortuni e salvaguardia dell’ambiente.

Il credito d’imposta per le società non può superare determinati limiti, fissati nel decreto Rilancio:

  • 120.000 € per le imprese operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura;
  • 100.000 € per le imprese che operano nella produzione primaria di prodotti agricoli;
  • 800.000 € per tutte le altre imprese

NB: L’agevolazione per le società è concessa a seguito dell’approvazione del bilancio per l’esercizio 2020.

I soci conferenti e le società potranno fruire dello sgravio nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui viene effettuato il conferimento ed anche nelle successive, fino a conclusione dell’utilizzo del credito. Inoltre, il credito d’imposta potrà essere utilizzato anche in compensazione.

Si precisa che il credito d’imposta 2020 non concorre alla formazione di reddito ai fini delle imposte sui redditi, né del valore della produzione ai fini IRAP. 

 

Le cause di esclusione

 

Va rilevato che – per ambo le categorie beneficiarie (di cui al punto 2) l’eventuale distribuzione di qualsiasi tipo di riserve prima del 1° gennaio 2024 da parte della società oggetto del conferimento, comporterebbe la decadenza dal beneficio e – di conseguenza – l’obbligo di restituire l’importo, insieme agli interessi legali maturati.

Si sottolinea che non possono avere accesso all’agevolazione le società che controllano – sia direttamente che indirettamente – la società che riceve il conferimento, nonché le aziende sottoposte a comune controllo o comunque collegate con essa.

Per essere informati sui criteri e sulle modalità di fruizione del beneficio, segui Studio CFLC sulla pagina Facebook ufficiale. Ti aggiorneremo passo dopo passo. Se vuoi approfondire i servizi di consulenza pensati per gli imprenditori in carriera, consulta l’area dedicata sul sito.

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